Vi racconto un viaggio diverso dal solito, fatto di fatica, amicizia e tanto divertimento. Tre nazioni, Germania, Austria e Italia attraversate con un semplice mezzo come la bici. L'idea è di percorrere la ciclabile che porta da Monaco di Baviera fino a Venezia ... naturalmente ci fermiamo un pò prima, nella splendida Oderzo. Per l'organizzazione del percorso ci affidiamo al sito muenchen-venezia.info, molto dettagliato ed in lingua italiana.
é la mia prima esperienza in bikepacking, per chi non lo sapesse è semplicemente il viaggiare in bicicletta con poche borse al seguito. Vi lascio con una frase trovata su un sito internet che raccoglie l'essenza di questa tipologia di viaggio:
"Viaggiare leggeri, solcare torrenti, valicare passi sterrati, divertirsi su tracciati sassosi, respirare i profumi del bosco, piantare la tenda lontano dalla civiltà, ma anche percorrere strade asfaltate che sembrano non finire mai, fermarsi in albergo o a mangiare in trattoria."

Per l'occasione allestisco la mia Canyon in modalità bikepacking usando le borse della Topeak e una borsa della Ortlieb prestata dal mio amico Marco. Che viaggio sarebbe se non lo condividi con qualcuno? Ecco qui i miei 6 compagni ... con cui, vi anticipo già, mi sono divertito un mondo! Lidia, Carmelo, Teo, Mimmo, Federico e Denis.
Tutti molto emozionati ci troviamo la mattina del 10 Agosto in stazione dei treni a Oderzo e prendiamo il treno in direzione Verona. Occhio a prenotare i posti per le bici, ci vuole un biglietto a parte. Vi dico che i cambi a Treviso e Mestre mi hanno già fatto sudare. Dopo una abbondante colazione fatta di hamburger e birra da Burger King carichiamo le bici sul treno che ci porterà a München. Vi avviso che le bici vengono caricate con moltissima eleganza sbattendole una sopra l'altra ... aiutooo!
Il viaggio è interminabile e tra una dormita e qualche (moltissime) risate arriviamo a Monaco. Qui Denis e Federico montano le loro bici e pian piano ci avviamo verso l'hotel. Dormiamo al 7 Days Premium, hotel molto carino con prezzi onesti, colazione inclusa e leggermente distante dal centro. Dopo una meritata doccia ed una birra, chiamiamo un taxi che ci porta in centro.
Il viaggio è stato lungo ed il nostro stomaco comincia a brontolare, piccola passeggiata per il centro e poi ci fiondiamo da Augustiner am Dom. Scorpacciata di birra, gulasch e salsicce per me! Concludiamo la serata visitando Marienplatz e la Hofbräuhaus, la leggendaria birreria statale diventata ormai un'attrazione troppo turistica.

La prima tappa vede la bellezza di circa 162 km con un dislivello positivo di 1153 metri. Abbondante colazione con furto di qualche panino per il viaggio e via alla ricerca della pista ciclabile. Per uscire fuori dalla città attraversiamo un bellissimo parco e costeggiamo l'Isar. Si pone immediatamente il nostro primo problema, la pista ciclabile è sterrata! Sarà una costante fino al rientro in patria. Con le bici da strada fatichiamo un bel pò ... diventerà abitudine ed allenamento!
Attraversiamo la magnifica campagna bavarese e arriviamo al Tegernsee, bellissimo lago molto frequentato dagli abitanti di monaco. Gli sport acquatici sono la norma da queste parti, ma anche le bici non scherzano. Il lago è stupendo e avrei voglia di fare un tuffo, ma mi accontento di una birra e del panorama.
Proseguiamo lenti tra vari sterrati e pezzettini di asfalto in cui cerchiamo di recuperare qualcosina. Le borse non sono un gran problema e in fin dei conti non pesano neanche tanto. Dopo un pò di km ci si fa l'abitudine. Discorso a parte sono le borse di Carmelo che tra la sua roba, quella della Lidia e la bici si porta appresso circa 20 kg! Grande Carme!
Pedaliamo in mezzo a foreste e sterrati e la povera Lidia ahimè è la prima vittima di una foratura. Io e Carmelo la prendiamo in giro ma presto ce ne pentiremo!
Un pò stanchi arriviamo al secondo lago l'Achensee dove ci fermiamo a mangiare un super toast con kg di formaggio. I laghi in Germania sono assai frequentati.
Arriviamo nella splendida Innsbruck e ci rechiamo subito all'hotel. Alloggiamo al Basic Hotel in pieno centro, camere molto carine e personale gentile che ci fa mettere le bici nella lavanderia. Passo più di venti minuti sotto la doccia e mi rinfresco le gambe con dell'acqua gelida. Mentre aspettiamo gli altri io e Teo scendiamo per la classica birra. Ceniamo presso una specie di sagra all'aperto con würstel e patatine e un pò di birra, quella non può mai mancare! Innsbruck di notte è stupenda, ma siamo talmente stanchi che andiamo subito a letto.
Sveglia presto al mattino, colazione e pronti per la seconda tappa. La giornata prevede 69 km con un 1291 di dislivello. Quest'ultimo ci sorprende appena dopo tre km, neanche in tempo a scaldare le gambe!
Le borse in salita si fanno subito sentire, ma il panorama ripaga della fatica. Oggi dobbiamo arrivare nelle vicinanze di Vipiteno e dobbiamo passare per il Brennero. Dopo un pò di km di asfalto si presenta nuovamente il maledetto sterrato!
La giornata è un pò nuvolosa e la pioggia incombe. Tra una salita e l'altra arriviamo nelle vicinanze del Brennero e per una ventina di minuti prendiamo un pò d'acqua. Qui per caso incontriamo Angelo, compagno di squadra del Bike Team Fontanelle e la sua ragazza Erika. Facciamo la classica foto di rito al confine e poi entriamo tutti insieme in Italia.
In Italia magicamente la pista ciclabile è spettacolare, asfalto e indicazioni molto precise ... una meraviglia! Lode al nostro paese. Per fortuna è tutta discesa fino a Vipiteno ed, accompagnati da Angelo ed Erika, arriviamo in men che non si dica. Ci fermiamo a mangiare un boccone e pianifichiamo la cena per la sera visto che dormiamo in un appartamento fuori dal centro.
Facciamo un pò di spesa e carichi come non mai pedaliamo per gli ultimi due km della giornata ... ahimè in salita!
L'appartamento non è affatto male, la proprietaria estremamente gentile e si gode di una vista stupenda. Io e Carmelo però siamo sofferenti per la mancanza di birra e cerchiamo un supermercato vicino ... 1,5 km in salita ... maledetta salita! Togliamo le borse dalla bici e via ... non si può mica morire di sete!
Mentre i ragazzi iniziano a preparare la cena, mi rilasso con le gambe all'aria e bevo birra, troppa birra! Aspettiamo Angelo ed Erika e incominciamo la cena. Complimenti ai cuochi! Le birre vanno e vengono e so già che il giorno seguente me ne pentirò!
Terzo giorno, le gambe si fanno un pò sentire ed oggi la tappa prevede 135 km con 1484 metri di dislivello ... duretta! Non abbiamo niente per colazione quindi scendiamo a Vipiteno dove mi mangio una buonissima fetta di strudel. Con l'energia a mille partiamo in direzione San Vito di Cadore. La ciclabile è tutta in asfalto e finalmente facciamo delle medie decenti.
Passiamo Rio di Pusteria, Brunico ed il Lago di Valdaora. Stanchi e affamati proseguiamo per Monguelfo dove ci fermiamo a mangiare qualcosa. Siamo un pò sfigati perché scegliamo l'unico bar che ha finito la maggior parte dei panini. Prendo comunque una radler ed un panino con il salame piccante ... lo sentirò fino a sera!
Ripartiamo subito con una salita per smaltire quello che abbiamo mangiato e dopo pochi minuti veniamo letteralmente lavati da un acquazzone che dura circa 15 minuti. Belli zuppi ci dirigiamo, ahimè su sterrato, fino al lago di Dobbiaco. Qui approfittiamo della stazione di riparazione per gonfiare i nostri pneumatici. La ciclabile prosegue fino al Lago di Landro e poi dopo qualche km si intravvedono le magnifiche Tre Cime ... che spettacolo!
La ciclabile prosegue con una leggera pendenza e su sterrato fino al Passo Cimabanche. Fatichiamo un pò questa volta sullo sterrato e a volte siamo costretti ad andare in strada. Arrivati in cima al passo, da non so dove sbuca il Mage nella sua sciallanza e ci fermiamo a fare due ciaccole!


La discesa è bagnata e molto molto fredda, ma in men che non si dica siamo in centro a Cortina. Qui incontriamo gli zii di Teo che ci fanno l'immancabile foto! Veniamo anche redarguiti da un vigile ... la bici si porta a piedi in centro! Fino a San Vito la pista ciclabile è un dolce sali e scendi e finalmente arriviamo in hotel dove i simpatici proprietari dell'Hotel Villa Trieste ci accolgono.

Doccia bollente, birra con vista sul Pelmo e poi un'abbondante pizza! Verso sera mi viene un pò di tristezza consapevole che l'indomani sarà l'ultimo giorno della nostra stupenda avventura. La stanchezza però prevale e cado in un sonno profondo!
Si torna a casa ... ultima tappa con 124 km e 587 metri di dislivello. Partiamo con estrema calma da San Vito, anche perchè il povero Denis rompe la catena, ma in suo aiuto arriva il nostro meccanico di fiducia Mimmo ... sa tutto cavolo! La temperatura è leggermente fresca e fino a Longarone non sentiamo fatica ... che bella la discesa! Ci passo spesso vicino a Longarone in moto e non ho mai visto la pista ciclabile, beh è di una bellezza assurda!
La fame ci assale e troviamo un piccolo ristorante proprio sulla ciclabile. L'oste è simpaticissimo e ci propone un piatto di affettati misti con le sarde in saor per antipasto e le papardelle al cervo ... che fatica digerirle ragazzi! Pesantemente riprendiamo a pedalare e arriviamo nelle vicinanze del Lago di Santa Croce dove una leggera pioggia fa da sfondo alla foratura di Carmelo, Mimmo pronto corre in suo aiuto. Proseguiamo per l'ultimo pezzo in salita e poi giù dal Fadalto a tutta velocità. Qui tra una curva e l'altra ci sorpassa Marro in moto e ci fermiamo per due ciaccole.
Arriviamo a Vittorio Veneto e percorrendo strade ormai conosciute a memoria torniamo a casa un pò amareggiati per la fine dell'avventura, ma consapevoli che non sarà l'ultima! Non vedo l'ora!
Vi lascio con la solita frase di chiusura e vi rimando al mio profilo Instagram per altre foto ...
"Il viaggio arricchisce, insegna, è maestro di vita. La bicicletta è un'amica fedele che può condurti ovunque tu desideri. Viaggiare in bicicletta è un'emozione forte: dapprima le difficoltà e la fatica scoraggiano, deludono, inquietano... ma poi, chi ha spirito indomito non si fa sconfiggere dalla staticità e dalla routine, perché l'unica possibilità che ha di vivere realmente è quella di seguire la strada che gli indicano le emozioni."
Gillian Klempner Willman




